Pregnancy

Xenta

Quasi per caso durante la gravidanza ho scoperto lo shiatsu. Sapevo che Michèle era un’operatrice shiatsu e durante una chiacchierata mi ha raccontato che si stava specializzando su questo tipo di massaggi nel periodo della gravidanza e del puerperio. Io sentivo il bisogno, avendo già un bimbo e avendo affrontato la prima gravidanza con forti tensioni fisiche e emotive, di prendermi cura di me e ho deciso di provare questi massaggi che non conoscevo e dai quali non sapevo bene cosa aspettarmi.

Non è semplice rielaborare e riassumere in poche righe quello che per me è stato un percorso di conoscenza del mio corpo e delle mie sensazioni in un particolare periodo come la gravidanza, un percorso che mi ha aiutato a vivere in modo più sereno anche le difficoltà che si sono verificate.

Ho fatto i primi trattamenti a partire dal secondo trimestre e fin dall’inizio ho capito che potevano essere la via giusta per prendere consapevolezza delle sensazioni che stavo vivendo in quel particolare periodo. Questo tipo di massaggio mi ha giovato sia per risolvere problemi fisici che avevo affrontato anche durante la prima gravidanza, come un dolore molto acuto al nervo sciatico e il gonfiore alle gambe dovuto a una mia patologia della vena iliaca, inoltre ho risolto, in modo del tutto inaspettato da parte mia, una fortissima sinusite e otite senza prendere alcun tipo di medicinale.
Le sensazioni provate durante queste sedute sono state tante, alla fine dei trattamenti ne parlavo con Michèle. Per la posizione assunta avevo la sensazione di essere contenuta all’interno di un nido, che può riportare anche all’utero e quindi avvicinare alla creatura che è dentro di noi. Riuscivo a rilassarmi al punto di essere in uno stato di dormiveglia e al termine avevo una grande leggerezza. Dei tocchi in particolare mi lasciavano la sensazione di leggerezza, nello specifico una sorta di pressione agli arti seguita da un movimento che posso descrivere come un “portar via” verso l’esterno la pesantezza e le tensioni sia fisiche che psichiche.
Il primo e il secondo travaglio si sono somigliati come tempistica, tutti e due sono avvenuti in modo abbastanza rapido ma durante il secondo travaglio, oltre alla consapevolezza del momento per l’esperienza, sono riuscita a vivere in modo positivo il dolore, comunque forte, assecondandolo, respirando e ascoltando il mio corpo come avevo imparato a fare durante i trattamenti.